Clifford Geertz
Temi e problemi dell'antropologia contemporanea: intervista con Clifford Geertz (3)
Il metodo dell'antropologia(intervista, parte 2)
DOMANDA:
Professor Geertz, Lei, nel suo libro Opere e vite, ha parlato di due tipi diversi di ansia. Da una parte c'è il timore dello scienziato di non essere sufficientemente distaccato; dall'altra c'è il timore dell'umanista di esserlo troppo. Lei crede che la differenza fra scienziato e umanista sia il vero discrimine oggi in antropologia?
No, non credo che la catturi del tutto. Il mio scopo principale era quello di indicare questa ambiguità. Secondo la vecchia concezione l'antropologia va considerata alla stregua di una scienza naturale; di conseguenza gli studiosi di tale disciplina dovevano mantenere un certo distacco dall'oggetto di studio.
D'altro canto è evidente - e lo è sempre stato - che non si può capire la gente senza interagire con essa dal punto di vista umano. Non credo che lo schema che ne deriva debba essere necessariamente "scienze naturali contro scienze umane"; ma senza dubbio si tratta di un problema e di una preoccupazione molto diffusa. Esistono certamente molte altre posizioni contrastanti al riguardo, ma in questo caso il mio interesse era quello di cogliere questo aspetto, che negli anni è diventato sempre più acuto: la sensazione di essere talmente "obiettivo" nei confronti delle persone da trattarle come oggetti e, di conseguenza, non essere in grado di comprendere in maniera adeguata le loro emozioni, i sentimenti, le attitudini e la loro visione del mondo.
Allo stesso tempo, è anche vero che gli antropologi cercano di non essere esclusivamente "soggettivi": non vogliono comunicare solo la loro impressione, o l'idea che si sono fatti al riguardo, non vogliono parlare di intuizioni. C'è, quindi - e diventa sempre più seria - una certa preoccupazione su entrambi i punti.
Parte del problema sta nel fatto che l'antropologia non possiede una forte tradizione teorica autonoma. Certo le teorie esistono, così come esistono alcuni studiosi di antropologia che si occupano solo di teoria, ma non basta. Si tratta di un campo molto difficile da definire e, di conseguenza, caratterizzato da una serie di preoccupazioni che riguardano l'immagine che l'antropologia ha di sé, la sua natura stessa, in che cosa essa consista realmente. Una delle domande che gli antropologi si sono sempre posti è la seguente: che differenza c'è fra l'antropologia e la sociologia? E' una domanda a cui non si è trovata risposta, a parte forse il dire che "l'antropologia è meglio": ma certo non sono andati oltre.
Non c'è una teoria suprema, né un metodo generale. C'è il metodo empirico, quello usato "sul campo"; ma in fondo non significa nulla, perché alcuni eseguono lo studio in modo più oggettivo possibile, limitandosi a prendere nota di tutto quello che vedono, mentre altri svolgono lunghe e approfondite interviste. Sempre di antropologia si tratta.
Per questo oggi si cerca da più parti di circoscrivere il tutto attraverso una specie di definizione ideologica di questa disciplina. Si assiste quasi a uno scontro fra coloro che hanno concezioni diverse su quello che facciamo e quello che invece dovremmo fare.
Secondo me la distinzione fondamentale va fatta fra quelli che insistono per una teoria generale della società, da cui poi trarre conseguenze pratiche da applicare ai casi specifici, e quelli - fra cui mi metto anch'io - che desiderano comprendere società diverse per poter interagire con esse in modo intelligente negli anni a venire.
Credo che questa sia una differenza molto più profonda - che tende ad esprimersi in termini del modello di impegno o disimpegno - rispetto a quella tra scienza naturale e scienza umana, o a un'altra analoga.
online
source:
Temi e problemi dell'antropologia contemporanea: intervista con Clifford
Geertz (da Maurizio Viroli; Princeton/N.J./USA, May 18, 1992), in: Enciclopedia
multimediale delle scienze filosofiche: un'opera delle RAI rediotelevisione
Italiana (Roma/ITA: 1992f.),
part 3: http://www.emsf.rai.it/aforismi/aforismi.asp?d=80
Using this text is also subject to the general HyperGeertz-Copyright-regulations based on Austrian copyright-law (2001), which - in short - allow a personal, nonprofit & educational (all must apply) use of material stored in data bases, including a restricted redistribution of such material, if this is also for nonprofit purposes and restricted to the scientific community (both must apply), and if full and accurate attribution to the author, original source and date of publication, web location(s) or originating list(s) is given ("fair-use-restriction"). Any other use transgressing this restriction is subject to a direct agreement between a subsequent user and the holder of the original copyright(s) as indicated by the source(s). HyperGeertz@WorldCatalogue cannot be held responsible for any neglection of these regulations and will impose such a responsibility on any unlawful user.
Each copy of any part of a transmission of a HyperGeertz-Text must therefore contain this same copyright notice as it appears on the screen or printed page of such transmission, including any specific copyright notice as indicated above by the original copyright holder and/ or the previous online source(s).